I believe in your victory

Nell'esercito lo chiamano normalmente Trigger. Si tratta di una tecnica che consiste nel visualizzare con estrema vividezza l'immagine della cosa che si ritiene più importante al mondo. Riabbracciare i propri figli o prendersi cura dei genitori malati sono esempi tra i più comuni, ma possono variare di molto: l'importante è che l'immagine sia ragionata nei minimi dettagli e che venga richiamata in momenti di grande difficoltà che rischierebbero di paralizzare anche il meglio addestrato dei soldati. Attraverso l'utilizzo di questa tecnica, è possibile trovare il coraggio e la decisione per affrontare qualsiasi ostacolo si affronti sul campo.

Ogni corpo dell'esercito consente ai suoi soldati di scegliersi il proprio Trigger, ma non le Special Forces. Le Special Forces insegnano a costruirsi un Trigger nuovo di missione in missione, e consentono di usarne solo uno: il successo dell'azione svolta. Poiché lasciare spazio a Trigger personali legati alla propria sopravvivenza rischierebbe di condizionare il conseguimento degli ordini dati, adesso addestrano i propri uomini a visualizzare il raggiungimento dello scopo della propria missione come fine ultimo. Molti disertano: continuano a pensare alle loro mogli, ai loro figli, ai loro genitori. Ma non Rebecca. 

Rebecca ha seguito pedissequamente gli ordini e ha sempre e solo usato come Trigger il completamento della missione. Una volta lasciate le Special Forces, ha lottato per strapparsi dal centro del cervello quell'abitudine. Ha provato a sostituirla con altre cose: presentarsi a New Orleans sana e salva, vedere tutti i suoi nipoti diplomarsi e, per un po', addirittura sposare Lucas Black. Ma nessuno è riuscito a trovarle addosso la stessa presa che ha su di lei la lineare semplicità del perseguimento dell'obiettivo. Quando è in pericolo, l'unica cosa che le permette di non paralizzarsi e di andare avanti è quella: la visualizzazione della vittoria. Ed è l'anelito alla vittoria che utilizza per avere il coraggio di spingersi contro Baal in un robusto velivolo di cui è alla guida e spingerlo in avanti verso il portale che conduce a un'altra dimensione. Mentre viene inghiottita dal nulla, e scompare dalla faccia di questo mondo, non sta pensando a nient'altro: non alla sua famiglia, non a Lucas, non ai suoi colleghi né ai suoi pochi amici. Solo all'obiettivo: Philadelphia liberata dall'incombente minaccia di un Dio. Forse perché sa che, se così non fosse, non avrebbe vinto mai niente nella sua vita. Ed è stata una bella vita.

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"Se incontri un Buddha, uccidilo."

Marcus Dansi