it's time for you to go


Quando bussa alla sua porta, Michael le apre. E' convinta fino all'ultimo momento di star facendo uno sbaglio, ma i piedi le rimangono comunque incollati di fronte l'uscio, e poi oltre, attraverso l'ingresso e poi nel soggiorno. Dovresti tornare a casa tua, dice lui, perché? deve chiedergli lei, ma ha già un paio di idee in mente. Perché sei stanca e turbata e ubriaca. Rebecca sorride piano. Non sono così ubriaca, ed è vero, non lo è. Cosa pensavi di me quando ero nelle Special Forces? Lui è a casa sua ma non sa dove mettersi. Rimane in piedi di fronte a lei, sul divano. Pensavo che eri un soldato molto bravo. Lei scuote il capo, e poi cos'altro? 
Pensavo che le persone come te mi facevano paura, che eri pericolosa. E lei: perché? Perché a quelli come voi l'esercito ha insegnato a svuotare la testa di tutto l'inessenziale e nell'inessenziale lasciavi andare anche l'essenziale, il motivo per cui eravamo lì. E poi per Osley, dopo che ho saputo di Fayyad, e ho visto i video, e ho scoperto che erano state istruzioni tue, la tua mano, il tuo target. Lei risponde: Salim non era il mio target. Salim era un ragazzo. Me lo ricordo, risponde lui, e alla fine le si va a sedere accanto.
Ci sto provando, dice lei pianissimo, come in una preghiera. Sto provando a fare il tuo ruolo. E' un ruolo ingrato, e solo, e mi sta bruciando tutti i ponti. Non ho più niente di mio, non un angolo, il lavoro ha ingoiato ogni cosa. Michael sorride e le bacia la fronte. Lei gli bacia la bocca, lui esita ma alla fine non si allontana. Sospira ad occhi chiusi. Dovresti tornare a casa tua, ripete. Me ne andrò se me lo chiederai tre volte, e sei già a due. Michael scuote il capo: quello che cerchi non è mai stato qui, soldato King, le prende le mani per fermarle, gliele chiude tra i suoi due palmi. Solo compagnia, promette lei, e lui scuote di nuovo la testa, redenzione, la redenzione non è mai stata qui, non sono io a poterti perdonare. Rebecca oscilla il capo pigramente, impaziente: io arrivo fin qui, non so andare oltre Michael, questa è la versione migliore di me. La versione migliore di me è un'isola, una zattera in una tempesta, la versione migliore di me ha il venti percento del corpo ustionato e la pelle fatta d'aghi. Si baciano di nuovo, si cercano, si ritrovano finché Michael prende un respiro profondo, prende un respiro doloroso e addolorato e preme la fronte contro la sua, e dice piano sei stanca, turbata e ubriaca. Ne parleremo domani, ne parleremo bene. Rebecca vorrebbe tappargli la bocca, ma alla fine glielo lascia dire per la terza volta: dovresti tornare a casa tua. Sfiata una risata esausta dalle labbra e si rimette in piedi, di inietta le mani nei capelli, si riallaccia il giacchetto. Sì, si dovrei. E' l'ultima cosa che gli dice, poi imbocca la porta. In ascensore pensa di chiamare sua madre, ma si rende conto che è troppo tardi. E' troppo tardi per chiamare chiunque.

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Marshall Rankin le dice: è un peccato, mi ci stavo affezionando a te. Lo guarda andare via, pensa di doversi abituare a vedergli solo la schiena. Pensa ancora, a ogni cosa, alla rapidità con cui le ha voltato le spalle e pensa che tutto sommato non ci ha creduto mai, nemmeno per un secondo. O forse per quel secondo soltanto, ma quanto può valere? A niente, si risponde. Non vale proprio a niente.



What if I said I would break your heart?
What if I said I have problems that made me mean?
What if I knew I would just rip your mind apart
Would you let me out?
Maybe you can stop before you start
Maybe you can see that I just may be too crazy to love
If I told you solitude fits me like a glove
Would you let me out?

You ought to know where I'm coming from
How I was alone when I burned my home
And all of the pieces were torn and thrown
You should know where I'm coming from

What if I said I was just too young?
What if I said I was built on bricks of carelessness and crumbs
What if I said I'd be gone before I could come
Would you let me out?

Your sought out ways
My own, my own
But you turn me away from my low blows
Boy, you should've known.