the only life I'll ever get


Cosa faresti con le altre vite? Diciamo che puoi viverne altre due.

Risponde a Marcus che in una studierebbe. La vivrebbe con agio, sui libri fin dall'infanzia. Andrebbe al college e magari poi continuerebbe a studiare, specializzandosi in qualche materia che le garantisse un buon lavoro e una paga sufficiente a tutelare se stessa e tutta la sua famiglia dalle incertezze della povertà. Ha vissuto inverni interi senza riscaldamento, senza soldi a sufficienza per mangiare più di due volte al giorno. Quando la caldaia si ruppe si lavarono per due mesi con l'acqua fredda, finché ad Andre non venne in mente di cercare nella pagina dei necrologi dei giornali e andare a rubarla dalla cantina di un morto fresco, che non ne avrebbe più avuto bisogno. Hanno tutti spacciato, chi prima e chi dopo. Hanno fatto ogni singolo lavoro che il loro quartiere offrisse, tutti prima dei diciott'anni. Alla ricerca di una via d'uscita dalla miseria in cui erano nati, già in catene prima di imparare a camminare, alcuni di loro sono anche morti.

Hanno sbagliato qualcosa, tutti loro. Con la terza vita farebbe tutto ciò che ha già fatto, ma correggendo gli errori. Tutti quelli correggibili, almeno. Riempirebbe Tariq di botte fin da piccolo, invece di lasciare New Orleans rimarrebbe a controllarlo crescere, tenendolo per la collottola fuori da tutte le spirali che lo hanno trascinato verso il basso e l'hanno gettato tra le braccia ipertrofiche di un uomo in maschera. Impedirebbe ad Andre di infilarsi nei giri in cui si è infilato, e una notte più delle altre lo avrebbe legato mani e piedi per impedirgli di andare a Baton Rouge. A Jamal insegnerebbe a tenere sempre le mani bene in vista. A non alzare il cappuccio della felpa sulla testa, forse a rimanere nel suo ghetto, a tenersi lontano dai quartieri bene, dalle case a schiera che partoriscono i mostri della loro società. Poi raddrizzerebbe i suoi errori. Si terrebbe lontana da Osley. Prima di quello, si terrebbe lontana da Baton Rouge. Prima ancora, chiederebbe ad Antoine - l'unico uomo che abbia mai provato a farle da padre - di aver paura della tempesta, ma soprattutto di aver paura degli uomini nella tempesta, di ciò che possono diventare. Lo supplicherebbe di restare a casa.

Se avessi una figlia come te, le confessa Marcus mentre le accarezza la testa, le direi che sono fiero di com'è. Di continuare ad essere irrequieta e di volere non tre vite ma anche dieci. Le direi che qualsiasi errore ce lo portiamo dietro, ma di diminuirne il peso.

Antoine gli somigliava? Se lo chiede mentre ingoia il nodo che le stringe la gola. Non tre vite, ma anche dieci - ma Marcus Dansi è un mezzo dio e può pretendere tutte le vite che desidera. Lei ne ha a disposizione solo una, e non abbastanza tempo perché gli errori che ha fatto possano pesarle di meno sulle spalle. Si mettono in fila e ballano sulla sua schiena ogni notte, tenendola sveglia. Le sibilano dietro i timpani, direttamente tra le tempie, che ha perso ogni diritto di sentirsi leggera il giorno in cui i suoi errori hanno distrutto delle vite che non appartenevano a lei.

Neanche una.